Ergonomia su misura:

Chiara Passaro
9 min readMay 30, 2021

La workstastion per chi non è “perfetto”

[Eng]

L’home working, che prima in Italia era appannaggio di poche persone, è adesso una realtà diffusa e dopo diversi mesi di lavoro in cucina, salotto, camera da letto, balcone con vista mare o tangenziale, si sono diffusi anche problemi di postura che hanno accentuato o risvegliato problemi preesistenti al collo, alla schiena, ai polsi o alle dita…

Non tutti i mali però vengono per nuocere…

Lavoro in remoto da 13 anni e affronto questa problematica da altrettanto tempo, e se prima era necessario fare delle ricerche infinite su store stranieri e sperare di aver comprato la cosa giusta con le poche informazioni disponibili, oggi c’è molta più scelta e celerità nelle consegne.
Da un disagio diffuso come sempre è probabile che si arrivi ad una maggiore consapevolezza.

Ma veniamo a noi, dopo anni di ricerche sono giunta all’attuale postazione.

Scrivania angolare vista lateralmente. Sono presenti a sinistra un monitor orizzontale e subito a destra uno verticale. Sulla scrivania delle cuffie un pad XXL con al centro una tastiera meccanica illuminata di viola. Due poggiapolsi uno nero e uno blu, a coprire i due angoli della scrivania dei poggiagomiti. Una sedia nera è accostata alla scrivania.
La mia postazione: monitor da 34'’, monitor 29'’ verticale, tastiera Fnatic Streak65, Microsoft KTF-00006 Surface Mobile Mouse. Pad XXL, due poggiapolsi e due poggiagomiti, scrivania Bekant IKEA e sedia MILO.

Può sembrare un po’ strana e certo non è il top del design — non è facile trovare tutti gli elementi necessari con colori coordinati — ma fa il suo sporco lavoro.
E può testimoniarlo Arturo! 😉

Maine Coon dorme su scrivania
Arturo dorme placidamente sulla mia scrivania, le cuffie sono davvero comode per poggiare la testa!

Partiamo dalle esigenze personali

Ergonomia è un termine abusato, si spera che un oggetto sia realizzato seguendo la naturale conformazione umana e per questo si adatti meglio alle nostre esigenze.
Ciò non è sempre vero, dobbiamo tenere conto del fatto che non siamo tutti identici, che la maggior parte degli ausili sono tarati su uno standard e non sono declinati per specifiche caratteristiche come: sesso, altezza, dimensioni delle mani, precedenti patologie…

Quindi non tutti gli ausili che sono presenti nel mio kit di sopravvivenza sono definibili ergonomici in senso assoluto, né nascono per essere utilizzati a tale scopo e dunque potrebbero non essere utili a tutti.
Spero la mia “creatività” però possa essere utile per iniziare a porsi le domande giuste e riconoscere gli strumenti che potrebbero fare al caso proprio.

Adattarsi o adattare?

Soffro di una forma di artrite autoimmune da almeno 20 anni, ho iniziato ad avere problemi articolari e muscolari in giovanissima età e se questo all’inizio mi precludeva diverse attività ludiche come fare sport, escursioni o una banale passeggiata, col tempo ha iniziato a crearmi problemi anche sul lavoro.
L’evoluzione della mia malattia ha influito quindi sulla mia carriera:
Sono partita con l’idea di fare l’illustratrice, le mani quindi erano il mio forte, la naturale evoluzione è stata unire il mio amore per il disegno alla passione per i pc diventando grafico pubblicitario, per poi passare al web design ed infine sviluppo web. Poi ho abbandonando circa tre anni fa i software di impaginazione e illustrazione. (Anche se questi cari amici li vedo di tanto in tanto per una breve rimpatriata…)

Nello specifico i problemi che mi hanno portata all’abbandono dell’aspetto grafico è stata inizialmente la difficoltà di utilizzare per lungo tempo le shortcut necessarie per utilizzare il pacchetto Adobe, dopo un paio di ore non riuscivo più a toccare i tasti o tenere la stessa posizione, questo lasso di tempo poi si è ridotto sempre più.
Ho provato quindi per un po’ ad utilizzare un Launchpad, ma era davvero macchinoso…

A questo poi si è aggiunta la sindrome del tunnel carpale, che colpisce tantissime persone del settore, utilizzare il mouse per 8 ore di fila è sicuramente un lavoro usurante.

Ma mai arrendersi!
Ho continuato a cercare e riflettere su come sfruttare al meglio prima di tutto la mia testa e poi gli strumenti che mi stavano attorno.
Ho notato che variare i movimenti durante la giornata lavorativa aiuta a mantenere sotto controllo nevriti e tendiniti quindi ho modificato la mia routine e in contemporanea ho iniziato a testare diverse tastiere e mouse.

I prodotti definiti ergonomici purtroppo non si adattavano al mio problema per i seguenti motivi:

  1. Sono pensati per mani grandi, e spalle larghe.
    C’è un certo maschilismo nel settore della produzione degli strumenti “tecnologici”, sembra lavorino al pc prevalentemente uomini o donne dotate di mani molto molto grandi.
  2. Non sono il massimo per effettuare un lavoro di grafica di precisione, usare un mouse verticale non è infatti facilissimo
  3. Presuppongono uno stato ottimale delle articolazioni, e dei tendini, ovvero dovrebbero essere utilizzate prima che si presenti il problema

Il massimo di personalizzazione femminile che ho potuto constatare è l’aggiunta di brillantini o di un ridicolo color rosa Barbie…

Adattare e adattarsi

Poiché il corpo si adatta e muta nel tempo, le nostre esigenze cambieranno con esso, quindi ciò che oggi va bene, domani dovrà essere sostituito.
D’altro canto se seguiamo la conformazione naturale del nostro corpo, con tutte le sue peculiarità e non seguendo uno standard culturalmente predefinito, possiamo assecondarci e quindi adattare le cose a noi.

La mia soluzione

La tastiera

Le tastiere a membrana non hanno un grande feedback tattile, se questo è un vantaggio per chi ha una sensibilità normale, per chi ha problemi con le mani può essere un fattore negativo: mi ritrovo a premere più volte un tasto convinta di non averlo premuto.

La grandezza, altezza e distanza dei tasti è fondamentale

Appoggiando la mano sulla tastiera devo poter raggiungere la barra spaziatrice con il pollice, con l’anulare i tasti funzione/numerici.

Mano sinistra in posizione di riposo su tastiera meccanica. Il pollice sfiora la barra spaziatrice, medio e anulare toccano i tasti numerici in alto. Il palmo della mano è appoggiato sul poggiapolsi.
La postura delle mani quando si scrive è fondamentale.

Non riesco ad usare continuativamente tutte le dita della mano sinistra. Uso prevalentemente pollice, indice e mignolo quindi devo poterli usare senza spostare troppo il polso e il gomito.
I tasti devono essere nettamente distanziati, ma non troppo, sempre per potermi permettere il mimo spostamento.
Infine se hanno un profilo ben definito mi risulta più facile distinguere i tasti senza doverli guardare.
Il problema è sempre la sensibilità dei polpastrelli.
A volte non posso toccare nulla perché sento troppo, ma altre volte prevale un senso di formicolio che non mi consente di percepire i tasti nella maniera corretta.
Le tastiere touch ad esempio sono una dannazione.
I tasti tondi simil macchina da scrivere retrò, per quanto bellissimi, neppure si adattano al mio problema, battere direttamente sulla filettatura in maniera ripetitiva scatena infatti una reazione dolorosa.

Altezza della tastiera

Altra cosa importantissima è l’altezza della tastiera, anche qui è necessaria una via di mezzo, le tastiere a membrana sono troppo basse, la maggior parte delle meccaniche invece sono troppo alte.
Negli ultimi anni però sono state prodotte diverse tastiere meccaniche lowprofile.
Attenzione a non lasciarvi però ingannare dall’altezza nella descrizione del prodotto, solitamente è indicata l’altezza solo del case, non compresa dei tasti!

Per me l’ideale sarebbe non superare i 21 mm, e per un anno ho utilizzato la Drevo Joyeuse V2, che però ha dei tasti flat e ravvicinati .

Perché proprio questa altezza?

Per avere una migliore postura ed evitare di scatenare infiammazioni dei tendini del gomito devo poter appoggiare completamente gli avambracci sulla scrivania e tenere i gomiti e i polsi in linea con la mano.

Ho testati diverse tastiere finché non sono giunta alla Fnatic Streak65 che è alta 35mm, comprendendo i tasti e il rialzo.
La corsa totale dei tasti è di 3.2mm l’attuazione degli switch 1.0mm, il case è alto 22mm.
I keycaps sono slow profile sculpted.
Anche la larghezza della tastiera è importante, mi deve consentire di utilizzare il mouse mantenendo la mano in linea con la spalla e non oltre.
La Fnatic Streak65 come si intuisce dal nome è una tastiera 65%, ho dovuto rinunciare al tastierino numerico, ma dopo un po’ ci si fa l’abitudine.

Tastiera meccanica Fnatic Streak65 con illuminazione RGB
Fnatic Streak65 — immagine da sito Fnatic
Tastiera Fnatic Streak65 posizione laterale, i keycaps sono distanziati dal case ed sono visibili gli switch trasparenti illuminati di azzurro
Fnatic Streak65 — immagine da sito Fnatic

OK ma come ho risolto il problema dell’altezza della tastiera?

Vista laterale di una mano sinistra poggiata su una tastiera meccanica illuminata con illuminazione viola. La mano è rilassata, il palmo delle mani poggiato su un poggiapolso nero alto quanto la tastiera. L’avambraccio è poggiato su un secondo poggiapolso più basso.
Le mani devono essere sempre in posizione rilassata, i polsi in linea retta e i palmi poggiati per non contrarre i muscoli delle braccia e del collo.

Solitamente è sufficiente utilizzare un poggiapolsi dell’altezza corretta per la tastiera, ma nel mio caso ho un problema in più, non posso appoggiare i gomiti su una superficie rigida senza avere dolore e così utilizzo:

  1. un pad da gamer XXL
  2. due poggiapolsi paralleli alla tastiera con altezza differente per consentire una graduale e minima inclinazione degli avambracci
  3. due poggiagomiti ai quali ho aggiunto dei tappetini in neoprene di 3mm per ottenere la corretta consistenza e raggiungere l’altezza ottimale
Scrivania angolare vista dall’alto. Pad XXL nero sui quali sono poggiati al centro una tastiera meccanica illuminata, un poggiapolsi nero della stessa larghezza e subito sotto un poggiapolsi blu più ampio. A destra un mouse nero, a sinistra nelle cuffie nere. In basso a sinistra e a destra in maniera speculare due poggiagomiti marroni con dei pad aggiuntivi bianchi.
La mia postazione in tutto il suo splendore…

La scrivania ovviamente mi permette questa posizione grazie alla sezione curva — parleremo di scrivanie prossimamente.

Il mouse, tema scottante

Esistono mouse ergonomici di vario tipo:
mouse verticali, mouse con trackball da pollice e trackball con pallina di grandi dimensioni che possono essere utilizzati anche con due mani…

Il mouse verticale l’ho dovuto scartare immediatamente, è sicuramente pensato per chi non ha ancora subito un intervento al tunnel carpale.

Sono passata ad un Kensington Expert mouse wireless trackball
ma lo utilizzo solo in caso di necessità. Va bene per navigare e se non è necessario fare operazioni di precisione, sicuramente non è adatto per utilizzare programmi di grafica.

La necessità è di avere un mouse che si adatti alla grandezza della mia mano, e che mi consenta di non curvare troppo il palmo, il polso inoltre non deve mai essere piegato, altrimenti il tendine finisce per irritarsi.

I mouse solitamente o sono di grandi dimensioni — solito problema di standard — oppure mini per essere trasportati facilmente.
Negli ultimi anni però le aziende si sono concentrate non tanto sulla grandezza ma su altezza e peso del prodotto, e questo mi ha aiutata.

Ho individuato tre mouse che si adattano alle mie esigenze

Mouse nero visto dall’alto e lateralmente
Foto da Amazon

Microsoft KTF-00006 Surface Mobile Mouse
Questo è il mouse che sto utilizzando attualmente, le dimensioni sono ottime ed è anche un prodotto di precisione.
Unico difetto il click è particolarmente duro, non credo di poterlo utilizzare per lavori di grafica in cui sarebbe necessario un utilizzo intensivo.

Mouse argento visto dall’alto e lateralmente
Foto da Amazon

HP Z5000 Mouse con Connessione Bluetooth
Questo mouse l’ho usato per 8 mesi, ottimo sia per la morbidezza del click che per le dimensioni. Unica pecca con il Macbook Pro 16' mi da di tanto in tanto dei rallentamenti dovuti alla connessione bluetooth.

Mouse nero visto dall’alto e lateralmente
Foto da Amazon

HP Z3700 Mouse Wireless
Questo mouse è perfetto per la grafica, ed è estremamente economico. Purtroppo non riesce a mantenere una connessione costante con il Macbook Pro.

È sempre necessario usare il mouse?

La risposta è: dipende.
Se il vostro lavoro prevede prevalentemente la lavorazione di file testuali la risposta è no.
È importantissimo imparare a sfruttare tutte le shortcut disponibili per avviare software, passare da una scheda all’altra, effettuare ricerche…
Alcune delle shortcut preesistenti non saranno adatte alle vostre esigenze, quindi anche qui, siate creativi, potete crearne di nuove.
Per me ad esempio è più facile utilizzare delle combinazioni di tasti che mi consentano l’utilizzo di due mani, e limitare il più possibile l’uso contemporaneo di 3 tasti tasti troppo ravvicinati.

Si aggiungono al setup scrivania, sedia e poggiapiedi, ma ne parleremo in seguito.

Conclusioni Prima Parte

Scegliere gli strumenti giusti per lavorare non è semplice, innanzitutto perché se non si parte è difficile capire le proprie esigenze e poi anche l’occhio vuole la sua parte!
Questo è un aspetto importante da tenere a mente, spesso si scelgono degli strumenti solo per il design accattivante, io amo le tastiere e quindi posso capire la tentazione…

Non fidatevi solo del sentito dire, cercate di provare in prima persona tutti gli strumenti per capire se sono adatti al vostro corpo, proprio come fareste con delle scarpe.

E non abbattetevi! Se non trovate subito qualcosa che fa al caso vostro, continuate a cercare e siate creativi!

Per ora io e Arturo vi salutiamo, prossimamente parleremo de L’odissea delle sedie 😉

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